LIONS CLUB LICATA

ANNO SOCIALE 2006 2007
Presidente Dr. RACALBUTO FRANCESCO 2° Presidenza




FESTA DEGLI AUGURI

In data 22/12/2006 si è svolta la serata degli auguri dell'anno sociale 2006-2007 del Lions Club di Licata presso il ristorante "Al Faro".
Il Presidente Dott. Francesco Racalbuto ha salutato tutti i soci e i graditi ospiti: il Presidente della 6 Circoscrizione Dott. Michele Di Franco, i Presidenti e i Segretari dei Lions Club viciniori e del Rotary Licata.
Il Presidente, dopo un minuto di silenzio per ricordare la figlia del socio Angelo Pintacrona tragicamente scomparsa, ha elencato le attività svolte fino ad oggi e le attività da svolgere in questi mesi, soffermandosi su un service da fare nel mese di gennaio "Seminario sulla legalità nella pubblica amministrazione"; sarà organizzato un corso universitario con l'Unicef ed una conferenza su: "La famiglia e le sue devianze" nel mese di febbraio. 
Due gite sono in cantiere la prima a Sambuca di Sicilia e la seconda, ad aprile ad Adrano e Bronte.
Il Presidente ha augurato a tutti i soci un sereno Natale e un Felice anno nuovo.
Il Presidente di Circoscrizione Dott Michele Di Franco ha ringraziato il Presidente del Club dando alcune notizie della circoscrizione e del Distretto, tra le quali l'attività "Un cuore per Ipogolo
" attività che vede impegnato il Lions per la costruzione di un centro cardiologico in un paese povero dell'Africa: per tale finalità durante la serata si sono raccolti fondi per un concerto operistico di cantanti della Scala di Milano che si terrà a gennaio ad Agrigento.
La serata è stata rallegrata da un tenore licatese, Gaetano Torregrossa, che ha cantato le più belle canzoni di Natale. 
I bambini hanno aspettato con ansia il momento dei doni di Babbo Natale che puntualmente come ogni anno sono stati distribuiti a tutti i bambini presenti.

 

 

 

 

LIONS CLUB LICATA

ANNO SOCIALE 2006 2007
Presidente Dr. RACALBUTO FRANCESCO 2° Presidenza




CONVEGNO: "LA FAMIGLIA COME RISORSA E IL RUOLO DEGLI EDUCATORI:
la vita e l'esempio di un educatore

In data 08 giugno 2007 presso la sala conferenze del Carmine a Licata si è svolta la Conferenza : "La famiglia come risorsa e il ruolo degli educatori: la vita e l'esempio di un educatore"
Apre i lavori, il Dr. Francesco Racalbuto presidente del Lions Club Licata che coordina i lavori facendo da moderatore.
La famiglia di oggi è circoscritta in una struttura che definiamo "nucleare" (genitori e figli), quindi, rispetto al passato (comunque recente) si è perso il supporto contenitivo di un ambiente familiare 
di tipo "allargato"; in questo modo gli scambi emotivi potrebbero essere essere molto più intensi e conflittuali. Questo non significa che la famiglia di "ieri" è migliore della famiglia di "oggi" ma che 
ad un cambiamento rapido del contesto sociale in cui viviamo non è corrisposto un adeguamento delle modalità di relazione e comunicazione.
Il disagio, il malessere, le situazioni di sofferenza sono a volte l'espressione di un’esigenza di cambiamento, di rinnovamento; 
In queste fasi di cambiamento capita spesso che i genitori percepiscano il loro compito più impegnativo e trovino a volte notevoli difficoltà nel comunicare con i propri figli, nel gestire i conflitti che possono emergere e nel trovare un'intesa con loro.
Litigi continui, incomprensioni, difficoltà ad ascoltare l'altro o ad essere ascoltati, a controllare le proprie reazioni (sbalzi di umore, chiusure, sfide, provocazioni) possono provocare sofferenza e disagio psicologico per uno o più membri della famiglia; si rischia così di entrare in un circolo vizioso dal quale risulta difficile uscire ovvero, tutti i tentativi di risolvere la situazione, possono provocare, in realtà, un peggioramento della stessa. La famiglia si può sentire 
in questo caso impotente, scoraggiata e frustrata.
Questo convegno vuol essere un momento di riflessione e particolarmente dare una risposta positiva come l'ha data l'educatore Padre Mario Capobianco.
La prima relatrice è la Dr.ssa Francesca Battaglia, esperta del sociale e vicepresidente della Cartias Agrigentina che ribadisce come in Sicilia qualcosa si è fatto a livello regionale per permettere di superare i problemi della famiglia come il bonus socio-sanitario per le famiglie che assistono portatori di handicap o ultrasettantenni.
In una carrelata di foto proiettate la relatrice mostra le difficoltà tra figli e genitori e all'interno della coppia tra madre e figli.
La seconda relatrice Maria Pia Arena collega il tema della famiglia al ruolo degli educatori e mette in evidenza la vita di padre Mario Capobianco, le difficoltà nel contesto socioculturale del quartiere di Oltreponte a Licata, l'affetto che ha dimostrato per le famiglie, per i giovani, per l'assistenza spirituale e materiale delle famiglie indigenti, l'impegno per la nuova Chiesa di Oltreponte e per l'oratorio. La relatrice conclude con una speranza: intitolare l'oratorio della chiesa a padre Mario Capobianco è un dovere che tutti dobbiamo assolvere.
Prende la parola il Preside Dr. Michele Di Franco, amico di Don Mario, e suo collega nella scuola "F. Re Capriata". Il preside elogia l'amico, ma soprattutto l'uomo sempre ligio al dovere ma anche amico degli studenti e sempre disponibili ad appianare le difficoltà non solo scolastiche ma anche sociali dei ragazzi. Don Mario era un insegnante ma ciò che insegnava ai ragazzi per primo lo metteva in pratica nella sua vita, dimostrando con l'esempio il comportamento da tenere a scuola e nella società, non dimenticando di essere un sacerdote e quindi avvicinando alla Chiesa e ai sacramenti i ragazzi. Anche il preside ha perorato la causa di intitolazione dell'oratorio della Chiesa d'Oltreponte a Don Mario Capobianco.
Alla fine dell'intervento il Preside legge una lettera del giornalista Francesco Pira dispiaciuto di non poter essere presente per impegni lavorativi, nella quale elogia l'attività di Don Mario e si stupisce come ancora oggi una sua creatura: l'Oratorio non sia stato intitolato a suo nome.
L'assessore alla Cultura del Comune di Licata Francesco la Perna intervenendo si sofferma sulle qualità morali di Don Mario, ricordandolo come un uomo sempre sorridente anche davanti alle difficoltà e che la sua azione pastorale, specie nella progettazione e ralizzazione della chiesa d'Oltreponte, lo portava a subire spesso cocenti delusioni.
Prende la parola il Dr. Enzo Rapisarda coordinatore del gruppo 4 Scout di Licata ricordando la sua esperienza con don Mario nel progettare e realizzare il gruppo scout 4 di Licata, ma soprattutto le sue qualità umane trovando in lui sempre un amico pronto a dare consigli disinteressati ma sempre utilissimi.
La preside Montana Bruna sottolinea nel suo intervento, l'importanza della collaborazione tra scuola, famiglia e chiesa per l'educazione della gioventù. Si associa al ricordo di Don Mario anche il preside Marotta della scuola media Quasimodo che ricade nell'ambito del quartiere Oltreponte ricordando l'impegno di Don Mario sempre in primo piano anche nei rapporti con la scuola in vari progetti: dall'astensionismo scolastico al doposcuola per i bambini. Al coro unanime di intitolare l'oratorio si associa il Dr. Ignazio Fiorella dirigente del gruppo scout Licata 1 ricordando la figura del sacerdote, dell'amico e del confidente Padre Mario Capobianco.

 

 

 

 

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ANNO SOCIALE 2006 2007
Presidente Dr. RACALBUTO FRANCESCO 2° Presidenza




CONVEGNO: LA FAMIGLIA E LE SUE DEVIANZE:
la comunicazione della nuova tecnologia

In data 19 aprile 2007 presso l'aula magna dell'Istituto per geometri "E. Fermi" a Licata si è svolta la Conferenza : "La famiglia e le sue devianze: la comunicazione della nuova tecnologia". 
Apre i lavori, facendo anche gli onori di casa la Preside dell'Istituto Maria Gabriella Malfitano che si sofferma sulle problematiche inerenti i rapporti tra giovani. scuola e famiglia. 
Il Dr. Francesco Racalbuto coordina i lavori facendo da moderatore.
Il primo relatore, il Dr. Patti sociologo, responsabile ad Agrigento dello sportello d'ascolto per i giovani e per la famiglia, intrattiene il folto pubblico sulle difficoltà che hanno i giovani nel comunicare in famiglia con i genitori. L'intervento nello sportello per i giovani, nonostante sia rivolto ai singoli in maniera personalizzata, mantiene come riferimento privilegiato la famiglia - con ed all’interno della quale è costruito il percorso di sostegno - introducendola come intero generazionale ed affettivo.
La consapevolezza che situazioni di incomprensione o di momentaneo disagio di un singolo componente si possono ripercuotere sull’intero sistema relazionale ed affettivo dello stesso - producendo dis-armonie e situazioni critiche intra ed extra-familiare, spesso legate proprio alla difficoltà nella comprensione del problema all’interno del proprio ambito. Si impone, quindi, la necessità di offrire un percorso di analisi che possa far emergere la specificità del conflitto e del disagio relazionale ad esso associato; viene infatti valutata la necessità di proporre, progettare ed eventualmente fornire percorsi di accompagnamento o terapeutici con reinvio ad eventuali momenti in relazione ai problemi specifici esterni (disagio sociale, crisi di identità, di ruolo, ecc), mantenendo viva e coinvolgendo la relazione familiare.

Interviene a seguire la Dott.ssa Carrabba, responsabile di Telefono aiuto; Il Telefono Aiuto si rivolge a coloro che vivono, assistono, sono a conoscenza di situazioni di maltrattamento e/o di violenza intrafamiliare.
Il Telefono Aiuto offre ascolto, sostegno, consulenza sociale e consulenza legale, informazioni sui servizi presenti nel territorio, accesso facilitato ai servizi socio-sanitari.
Presso il centro vi sono operatrici formate dal progetto "Uscire dalla violenza per ascoltare ed accogliere donne vittime di violenza". E' possibile fissare un appuntamento per eventuali colloqui ed è garantito l'anonimato. Quest'associazione agisce in sinergia con le forze dell'ordine.
Il convegno continua con la relazione della Dr.ssa Gravagnola, sostituo procuratore del Tribunale dei minori con competenza per Agrigento. La relatrice afferma che spesso i minori che finiscono sotto le attenzioni del tribunale dei Minori per devianze hanno alle spalle famiglie che si disinteressano dei loro figli, rapporti familiari deteriorati da continue liti tra genitori e tra genitori e figli, spesso provengono da famiglie separate e con disagi sociali notevoli.
Ruolo della famiglia ma anche della scuola è di far comprendere che nella società vi sono delle regole che tutti devono rispettare, e che la crescita di giovani senza regole a cui tutto è permesso crea distorsioni che finiscono nel portare il giovane a commettere reati contro il patrimonio e la persona.
A seguire l'intervento del capitano dei carabinieri Corinaldesi: 
la sua relazione verte sulla fiducia che i cittadini debbano avere nei confronti delle forze dell'ordine; queste debbono essere viste al servizio del cittadino e non solo come fenomeno repressivo. Istituendo un rapporto di fiducia tra giovani, cittadini e forze dell'ordine si potrà far funzionare al meglio la società, le nostre città potrebbero essere più sicure e vivibili.
Segue la Dot.ssa Annalisa Giachetti, ispettore capo con interesse particolare sui reati commesi dai minori o contro i minori. Il suo ufficio, afferma, lavora a stretto contatto con le scuole per l'evasione scolastica, con psicologi, pedagogisti e volontari specie case protette che accolgono i minori. Anche i minori traviati possono essere recuperati se gli si da loro fiducia e soprattutto se si riesce a scolarizzarli ed insegnare loro un lavoro.
Infine il Dr. Marrali Vincenzo ha parlato del suo libro scritto insieme a Francesco Pira "Infanzia e nuove tecnologie. Ne libro viene dato risalto ai nuovi fenomeni giovanili, computer, telefonini, videogames; vengono esaminati i rapporti e le dipendenze che si stabiliscono con questi nuovi strumenti multimediali che possono indurre a deviazioni quali l'isolamento, la bulimia o l'obesità, manifestazioni di violenza e turbe psicosessuali.

 

 

 

 

 

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ANNO SOCIALE 2006 2007
Presidente Dr. RACALBUTO FRANCESCO 2° Presidenza




CONVEGNO: IMMIGRAZIONE ED EMIGRAZIONE:
due fenomeni a confronto

 

In data 14 aprile 2007 presso l'aula del Carmine a Licata si è svolta la Conferenza della zona 24: "Immigrazione ed emigrazione del lavoro: due fenomeni a confronto". La conferenza coordinata dal Delegato di zona Rag. Salvatore Russo è stata voluta dai 4 Lions clubs della zona 24: Canicattì Host Dr. Giuseppe Gentile, Licata Dr. Francesco Racalbuto. Ravanusa Dr. Giacomo Gatì, Canicattì Castel Bonanno Prof. Patrizia Fazio Tirozzo.

Ha aperto i lavori, facendo anche gli onori di casa il Dr. Francesco Racalbuto introducendo il tema attualissimo dell'immigrazione, dei problemi collegati, delle risposte date dallo Stato e dall'Amministrazione periferica, della sua azione come dirigente ASL favorente l'integrazione e dell'assistenza sanitaria degli immigrati.
A questo proposito ha informato i presenti che a Licata c'è un ambulatorio per extracomunitari che non hanno il permesso di soggiorno, ai quali non viene chiesto se sono regolari o meno, ma ai quali è data l'assistenza sanitaria. Questo ambulatorio è portato avanti da medici appartenenti all'organizzazione mondiale "Medici senza frontiere. Ad integrare l'assistenza medica c'è nella nostra ASL un equipe che si occupa delle problematiche psicologiche connesse alla situazione di stress degli immigrati.
Ha portato il saluto dell'amministrazione comunale l'Assessore Giuseppe Fragapani che ha ricordato i numerosi sbarchi sul litorale licatese e l'azione del Comune e delle associazioni di volontariato per prestare il primo soccorso ai clandestini: è intervenuto il coordinatore d'area lions Michele Di Franco, che si è complimentato con i Presidenti e i direttivi dei club lions organizzatori per il tema scelto che è di grandissima attualità.
La prima relatrice è stata la Dr.ssa Francesca Battaglia vice Direttore della Caritas agrigentina sul tema "L'isola che non c'è". La relatrice ha evidenziato sul grande schermo le immagini degli sbarchi dei clandestini, mettendo a fuoco la poca organizzazione centrale statale nell'accogliere questi fratelli in contrapposizione con la grande forza del volontariato che fa salti mortali per accogliere i clandestini nel miglior modo, facendoli sembrare non delinquenti ma uomini che hanno bisogno di tutto ma sopratutto di accoglienza, gentilezza e amore.
Ha ricordato come la sua associazione, in prima fila nell'accoglienza agli immigrati, ha tradotto la Costituzione italiana in arabo per far comprendere agli immigrati che sbarcono sulle nostre coste i diritti 
e i doveri di ogni cittadino.
La seconda relatrice la Dot.ssa Marianna Bianchi, responsabile Educativa della Comunità per i minori extracomunitari l'Elianto ha trattato il problema della prima accoglienza degli extracomunitari. Alla sua Comunità sono inviati dall'autorità giudiziaria i minori che sbarcano sulle nostre coste. Costoro hanno bisogno di sicurezza, affetto, ma anche di ordine e disciplina, come in ogni comunità. 
I minori che arrivano in Sicilia necessiatano di tutto, avendo lasciato le loro famiglie e i loro cari per affrontare questa nuova vita. Compito della Comunità è di insegnare l'italiano, di farli frequentare la scuola e lo sport, di metterli in condizioni di trovare uno stabile lavoro.
A completare il discorso della comunità è intervenuto un minore tunisino Ellouzi, che ha percorso il suo travagliato viaggio verso le coste italiane, l'approdo e le trafile burocratiche per il riconoscimento ed infine l'invio nella comunità, dove ha affermato in uno stentato italiano, ma comprensibile dopo pochi mesi di vita in Italia, di voler studiare prima e poi farsi una posizione economica con il lavoro.
E' intervenuta dopo la testimonianza del tunisino Ellouzi la Dr.ssa Monica Simeoni che fa parte dell'organizzazione "Medicines sans frontieres": Medici Senza Frontiere è un'associazione internazionale privata nata per offrire soccorso sanitario alle popolazioni in pericolo e testimoniare delle violazioni dei diritti umani cui assiste durante le sue missioni. L'associazione è indipendente e non è legata a partiti politici o a confessioni religiose, non ha scopo di lucro, agisce secondo l'universale etica medica senza discriminazione alcuna di razza, religione, sesso o opinioni. Ogni anno si registrano 3.000 partenze di volontari appartenenti a 45 nazionalità diverse. Medici senza frontiere offre assistenza sanitaria in oltre 80 paesi. I volontari sono supportati dall'indispensabile contributo di 15.000 collaboratori locali.
A Licata Medici senza frontiere gestisce l'ambulatorio sanitario per gli extracomunitari, dando aiuto pratico a quanti sono clandestini e hanno problemi di salute.
Interviene la signora Nicolescu, che oggi lavora nell'equipe dell'ASL che seguono gli immigrati, essendo il trait d'union tra immigrati dell'Est europeo e l'equipe socio-sanitaria. Ha parlato della sua esperienza personale da immigrata, delle difficoltà di lavoro e dello sfruttamento che subiscono gli immigrati e poi, dopo la regolarizzazione, del suo lavoro all'interno dell'equipe.
Il fenomeno parallelo all'immigrazione è l'emigrazione dei licatesi verso altre città italiane o verso altri stati. A trattare questo scottante tema è l'ing. Roberto Di Cara della Camera del lavoro di Licata. Il relatore ha affermato che l'emigrazione a Licata non si è mai fermata, ma che dopo una prima emigrazione degli anni 30 con destinazione Stati Uniti, Argentina, Australia ve n'è stata una seconda negli anni 50 / 60 che ha visto molti licatesi prendere la valigia ed andarea lavorare nel Nord Italia, e poi ancora una terza emigrazione in Germania, Belgio, Francia; oggi si assiste ad un'altra emigrazione che è quella dei giovani senza lavoro, ma anche di giovani diplomati e laureati che non trovano lavoro nella nostra città e sono costretti ad andare in altre realtà nazionali o estere, svuotando così la nostra città dei cervelli migliori. I dati che l'ing. 
Di Cara porta al pubblico sono veramente preoccupanti e comunque sono in difetto e di sicuro non sono neanche reali, perchè molti cittadini licatesi emigrano lasciandosi la cittadinanza a Licata per cui non entrano nel computo dei cittadini emigrati. La motivazione è sempre la stessa: mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro.

 

 

 

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