LIONS CLUB LICATA

ANNO SOCIALE 2002- 2003
Presidente Prof. CALOGERO CASTELLINO



 

CONFERENZA: RIMBOSCHIMENTO: UNA RISPOSTA ALLA DESERTIFICAZIONE
RELAZIONE ING. IGNAZIO SCIORTINO
Tema: La forestazione, una risposta alla desertificazione

 

Vengo sempre con piacere a Licata, ove ho tanti amici, infatti dopo la proposta di Lillo Castellino di relazionare su questo tema ho accolto il suo invito con grandissimo piacere. Il tema è attualissimo "La forestazione: una risposta alla desertificazione. A seguito dell'ultima Conferenza internazionale di Chioto, il problema della desertificazione fino ad allora sottovalutato venne alla ribalta, diventò un problema attuale, tanto è vero che successivamente l'Unione Europea incominciò a portare avanti uno studio contro la desertificazione. Per l'Italia furono individuate quattro regioni a rischio desertificazioni e sono la Sicilia, la Sardegna, il Molise e la Campania. Uno dei motivi per cui la Sicilia presenta un alto rischio di desertificazione è dato dal fatto che è una regione con la minore superficie boschiva; in Sicilia abbiamo una superficie boschiva inferiore al 10%, rispetto al 30% di tutte le altre regioni d'Italia.
Quali sono le ragioni del processo di desertificazione che incombe sulla Sicilia? La prima ragione è la particolare conformazione geologica e geomorfologia dell'isola, Nell'isola nella parte centro meridionale abbiamo delle rocce della serie gessoso solfifera che finiscono con salinizzare tutte le acque che l'attraversano e abbiamo tutta una serie di corsi di acqua, quali il Gallo d'oro, la parte Platani valliva, ed altri corsi d'acqua come il Salso salinizzati durante il loro percorso con tutto il danno che producono sui terreni agricoli. Altro problema: abbiamo una notevole presenza di litotipi argillosi e fliscioidi che accompagnati con il tipo di aggressività delle piogge (noi abbiamo delle piogge violentissime in tempi limitatissimi) e tutto questo avviene in bacini imbriferi di limitata capacità per cui accade molto spesso che essendo il tempo di correlazione del bacino imbrifero inferiore al tempo della durata della pioggia accade che tutto il bacino contribuisce a formare la portata, tutto questo creando una situazione di dissesto idrogeologico notevolissimo. La Sicilia ha il 61% territorio collinare, 25% montagne, 14% pianura. Nella pianura avvengono le coltivazioni a livello intensivo e siccome la pianura è distribuita nelle zone marine, spesso le acque del mare per capillarità contribuiscono a salinizzare le terre creando una situazione disastrosa per le coltivazioni.
Altre cause sono gli incendi ed altre il sovrapascolo. Tutto questo ha finito di creare una serie di fenomeni socioeconomici con l'abbandono delle terre ed una pressione antropica notevolissima concentrata in zone limitate. Quali possono essere le soluzioni: incominciare a monitorare le varie zone a rischio desertificazione, creare dei database ambientali, creare una cartografia tematica digitalizzata per potere capire in modo repentino quello che accade in qualsiasi momento,quindi abbiamo bisogno di conoscere il territorio e le aree vulnerabili. Debbo dire che una grande occasione per l'Italia complessivamente fu il mancato recepimento della legge 183 del 1989. la legge sulla difesa del suolo. Questa legge obbligava le Regioni a creare un'autorità di bacino in maniera da realizzare una specie di piano regolatore di tutte le attività, di tutte le risorse, di tutto quello che abbiamo in un bacino, Noi ancora oggi non sappiamo quanta acqua diamo all'Industria, all'uso idrico potabile, quanta acqua utilizziamo per altri settori. La realtà è che noi non abbiamo una chiara visione delle risorse che sono a nostra disposizione. Questa legge avrebbe creato le condizioni per capire quali sono le risorse minerali, idriche, forestali, agrarie di un bacino e quindi programmare e gestire nella maniera migliore tutto questo. Dopo il disastro di Sarno viene promulgato un decreto legge il 180 del '98 che obbligava tutte le regioni ad avere un piano stralcio delle zone a rischio alluvioni e a rischio frana, se noi conosciamo quali sono le nostre zone più vulnerabili, allora possiamo cominciare a programmare quelle operazioni che possono mitigare il rischio, quindi dobbiamo programmare interventi diretti sul territorio e per diminuire la pressione antropica. E' stato creato, in seguito al problema della desertificazione un gruppo di studio e di tecnici nella regione siciliana, con professori universitari e funzionari degli Assessorati che sono interessati al problema della desertificazione; l'Assessorato al territorio ed ambiente, l'Assessorato ai Lavori pubblici, l'Assessorato per l' Agricoltura e Foreste, il Dipartimento delle foreste. Sono riusciti a creare una carta della desertificazione per individuare in Sicilia quali sono le zone a maggiore rischio desertificazione. I parametri e i fattori che hanno preso in riferimento sono: il degrado del suolo, la salinizzazione del suolo, i fenomeni di siccità frequentissimi in Sicilia la riduzione della copertura vegetale, lo sfruttamento delle risorse idriche, gli incendi boschivi, l'abbandono delle terre, che crea un fenomeno di degrado soprattutto nelle zone collinare e montane mancando quel lavoro di sistemazione giornaliero che finisce col proteggere complessivamente il degrado dei suoli, la contaminazione, fatto minimo in Sicilia, i fenomeni di urbanizzazione che in Sicilia non sono molto elevati. Ad ogni fattore è stato dato un peso, ed attraverso una serie d'astrazioni si passò alla sensibilità che avevano le nostre province siciliane in funzione di quei fattori, degrado, salinizzazione del suolo, eventi siccità, sfruttamento delle risorse idriche, della frequenza ed estensione incendi dando un parametro di valore da uno a tre secondo quello che era avvenuto nel tempo nelle varie province. Si è riusciti moltiplicando il peso per la sensibilità a trovare un parametro e da questo valore si è risalito alla vulnerabilità delle varie province alla desertificazione. Vi sono 5 classi di desertificazione. Agrigento e Caltanissetta risultano alla prima classe di desertificazione, seguita al secondo posto da Catania, Enna, al terzo posto Messina Palermo, al quarto posto Trapani e all'ultimo posto Ragusa e Siracusa.
Si sono poi registrati gli interventi che possono mitigare il rischio desertificazione e si è fatto un programma regionale per cercare di portarlo all'attenzione di tutti gli Assessorati competenti affinché ognuno con le risorse economiche sia di bilancio che con i fondi strutturali possa intervenire per la mitigazione del rischio di desertificazione. Gli interventi previsti sono la realizzazione di cartografia geologica a media scala, il rimboschimento di superficie agricole, ricostituzione del patrimonio boschivo danneggiato dagli incendi, protezione e diffusione di specie vegetali endemiche per recupero suoli in aree marginali, rinaturalizzazione di corsi di acqua con tecniche di ingegneria naturalistica, implementazione della rete di monitoraggio delle qualità delle acque, divulgazione e informazione tecnica sui sistemi di produzione agricola e forestale sostenibili, diffusioni di specie vegetale mediterranea xerofite ed ad alto potere antierosivo, interventi antierosivi tramite sistemi culturali sostenibili per recupero paesaggio agrario tradizionali, definizioni di bilanci idrici a scala di bacino, valutazione e controllo di domanda idrica, aggiornamento e piano di risanamento delle acque, interventi di miglioramento della rete idrica urbana ed irrigua, studi di fattibilità ed interventi pilota per il riuso dei reflui a scopi civili, studi per la verifica dell'uso di sistemi tradizionali di raccolta delle acque piovane, sistemi di raccolta delle acque piovane nei centri abitati, Si sono previsti questo tipo di interventi e si sta cercando a livello regionale di iniziare questo progetto, per arrivare a trovare una soluzione alla desertificazione. 
Cosa fa il Dipartimento delle Foreste per contribuire ad attuare le indicazioni sopraddette. Al di là degli interventi con i fondi della regione Siciliana portate avanti dal Dipartimento Azienda forestale per accrescere il bosco, tenuto conto che in Sicilia non abbiamo un bosco di qualità, produttivo dal punto di vista economico ma un bosco con un gran valore ecologic , ambientale, cioè non un bosco da cui trarre profitto, noi utilizziamo trentamila operai stagionali (15 giugno - 15 ottobre) di cui 7000 per antincendio e 24000 operai per la manutenzione del bosco e per accrescere gli ettari di bosco in Sicilia. Come vedete è una grande opportunità di lavoro, addirittura in alcuni paesi montani la gran parte degli abitanti viene utilizzata per il mantenimento e la crescita dei boschi.
Le attività del Dipartimento delle foreste dove io sono direttore sono diverse. Una attività importantissima da non sottovalutare è l'anti incendio, la vigilanza e la tutela per evitare sovrapascolo, evitare che in maniera selvaggia si vada in giro a pascolare e rovinare i giovani alberi che tendono a crescere. (quest anno abbiamo avuto un crollo degli incendi di circa il 90% rispetto all'anno passato), un'altra attività è la gestione di alcuni fondi strutturali dei POR che sono interessantissime, ad esempio la misura 4/10, questa è una misura a sostegno delle attività forestali e viene indirizzata sia ai comuni che ai privati. Nella misura 4/10 la risorsa ambientale viene considerata un bene da tutelare da salvare, un bene che deve produrre lavoro, per cui deve essere considerata come fonte di sviluppo e di reddito. Questa misura è stata divisa in tre segmenti : il primo segmento è il rimboschimento di superfici non agricole con evidente e perdurante condizioni di abbandono, in questa misura i privati possono accedere ad un finanziamento del 75% della spesa programmata per potere rimboschire dei terreni abbandonati. Il complemento di programmazione prevede che devono essere abbandonati da almeno tre anni, perché l'obbiettivo della misura è aumentare la superficie boschiva, favorire la rinaturalizzazione e la biodiversità, aumentare la difese del suolo dai dissesti idrogeologici. In questa misura è previsto oltre l'intervento da realizzare per rimboschimento, il 10% per opere di progettazione e direzione dei lavori. Nell'ambito di questa misura si possono realizzare delle opere accessorie, l'importante è che queste opere non superino l'importo dell'investimento per il rimboschimento. Questo è un primo segmento della misura che viene indirizzata ai privati e ai comuni, in effetti pochi comuni della provincia di Agrigento hanno partecipato alle misure. Il funzionamento di questa misura avviene con un bando, su questa misra abbiamo 29.000 milioni di euro, dei quali sono stati messi a bando 11 milioni di euro. A conclusione del bando viene fatta una graduatoria ed assegnate queste somme; della provincia di Agrigento su questa misura non hanno partecipato al bando alcun comune, mentre abbiamo avuto molti privati. L'altra segmento di questa stessa misura è l'intervento di sostegno all'utilizzazione boschiva, investimenti in foreste finalizzate ad accrescere il valore ecologico, economico e sociale del bosco. Questa è una misura interessantissima perchè noi potremmo accedere a finanziamenti comunitari per realizzare e recuperare infrastruttura, realizzare sentieri natura, punti d'osservazione nelle zone più ad alto valore ambientale, realizzare anche dei centri d'educazione ambientale e delle aree attrezzate. Questa è una misura che tende a coinvolgere ed avvicinare le persone alla fruizione del bosco, ma è maggiormente indirizzata alla popolazione scolastica, cercando di dare un'educazione ambientale diversa da quella che avevamo trent'anni fa, si vuole sempre più fare crescere il rapporto tra ragazzi ed ambiente. Il terzo segmento della misura della 4/10 è l'intervento di sostegno all'utilizzazione dei boschi; ci siamo resi conto che in Sicilia noi non abbiamo un'imprenditoria boschiva perchè i boschi sono di scarso valore, senza ritorno di reddito tale da poter investire soldi, sia perché le montagne, per i problemi di desertificazione, di poca piovosità, e di degrado idrogeologico tendono sempre più a spopolarsi. Con questa misura si vuole incentivare l'attività di chi vuole investire in questo settore, e si concede il 50% di contributi agli imprenditori del settore realizzando macchine per la raccolta, abbattimento allesrtimento, concentramento caricamento trasporto del legname, strutture per lo stoccaggio, magazzini per la stagionatura, pulitura del legname, e per quest'attività si possono avere contributi fino al 50% per
la lavorazione preliminare, trattamento, scortecciatura ecc, le macchine che si possono comprare sono motoseghe, cibatrici, trattori, rimorchi , teleferiche ed altre attrezzature, ci sono solo degli obblighi per cui le macchine comprate non si possono alienare prima dei cinque anni e l'altro limite è che si comprano strutture come magazzini non possono cambiare destinazione d'uso prima di 10 anni dal collaudo.
La misura 109 è una misura legata al mantenimento del suolo: è diretta ai Comuni, agli uffici della regione, e del dipartimento delle foreste. Questa misura è suddivisa in quattro linee d'intervento, la prima linea prevede investimenti per la ricostituzione di boschi su aree percorse da fuoco. I comuni o gli uffici possono partecipare a bando per il finanziamento presentando dei progetti su zone che i comuni debbono avere la disponibilità o la proprietà di questi terreni. E' una misura che nei primi 70 milioni di euro messi al bando siamo riusciti a finanziare per tutte le aspettative dei Comuni che hanno partecipato al bando. Nella provincia di Agrigento l'unico comune che ha partecipato al bando è stato il Comune di Casteltermini, ma non è risultato ammissibile perché usciva fuori dalle indicazioni date dal complemento di programmazione. Nel complemento è stabilito che le piante che vengono messe a dimora debbono essere piante di specie autoctone con una certificazione di origine perché si adattano meglio all'ambiente. Questa misura prevede che oltre il rimboschimento di queste zone si possono realizzare opere accessorie tipo viali, stradelle di servizio, strade parafuoco, che però non devono superare il 20% delle somme per il rimboschimento. La seconda linea d'intervento è l'azione B. Questa azione è diretta sia ai Comuni che al Dipartimento delle foreste, infatti l'azione parla di investimenti atti alla prevenzione degli incendi boschivi e alla riduzione del rischio da inneschi e propagazione del fuoco. I comuni che vogliono realizzare delle torrette d'avvistamento, dei punti d'acqua mobili per aggredire il fuoco possono partecipare pure a questa misura che è diretta però particolarmente al Dipartimento delle foreste e questa misura noi l'abbiamo sfruttata per il potenziamento dei mezzi a disposizione per fare attività antincendio e per il potenziamento ed ammodernamento delle strutture connesse alla trasmissione. Il Dipartimento delle foreste ha un numero a cui si fa riferimento: il 1515 che è una centrale operativa aperta 24 ore al giorno. Da questa centrale si può comunicare tramite rete radio con tutta la Sicilia, abbiamo utilizzato parte di questa misura per realizzare la seconda rete radio per evitare nei momenti più difficili che sono il periodo degli incendi (da giugno ad aprile) per evitare il sovraccarico di queste nostre trasmissioni. La terza azione d'intervento ed è diretta alla difesa del suolo, alla rinaturalizzazione dei corsi d'acqua e sono caratteri silvo-culturali atti a ridurre l'erosione e la desertificazione. A questa misura possono accedere i Comuni ed anche il Dipartimento delle foreste e con questa si possono realizzare opere di bonifica montana e opere che contrastano la desertificazione. Questa misura è importante, basta che le iniziative siano aderenti al piano straordinario per l'assetto idrogeologico che fu realizzato dal Dipartimento del Territorio Ambiente del 2000 a seguito del disastro di Sarno.
La quarta azione di questa misura 109 è un'azione diretta al Dipartimento delle foreste e consiste nella realizzazione di un sistema informativo territoriale, (SIT) Si vuole realizzare una carta tematica digitalizzata dove si possono individuare le zone a rischio idrogeologico, ed incendio, si vuole creare l'inventario forestale che consente un attento monitoraggio del patrimonio boschivo regionale, e la connessione e l'interazione con altri SIT. E'in situazione avanzatissima il SIT dell'Assessorato territorio ed ambiente che ci permette di avere un quadro generale e particolare di tutti i problemi ambientali. La nostra Sicilia non sta vivendo un momento favorevole per il problema della desertificazione e se non arriviamo a portare avanti una serie di iniziative risolutive rischiamo che i terreni finiscono col degradarsi sempre di più; dobbiamo pensare di valorizzare l'ambiente, perchè oggi l'ambiente significa opportunità di lavoro e un ambiente degradato finisce col creare quelle condizioni che in questo momento si stanno vivendo in molte zone montane, (questo è l'anno internazionale della montagna ). Il tema che sta affrontando la montagna è quello di decentrare verso la montagna tutta una serie di attività burocratiche che necessariamente non devono stare nelle zone capoluogo, come attività di studio di qualsiasi tipo, di iniziative che possano portare le persone a vivere in montagna, persone che scappano ora verso il nord mentre un'attenta gestione delle attività che si possono intraprendere nella montagna potrebbe far tornare parte di quelle persone oggi emigrate o al Nord o fuori Italia e creare nuovo possibilità di lavoro.

 

RELAZIONE DOTT. ING. IGNAZIO VASSALLO

 

 

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