LIONS CLUB LICATA
                                                                                             anno sociale2017-2018
                                                                                    Presidente Dr. Agostino Balsamo 
                                                                                                    
                        

 

CITTA' DI LICATA

CHIESA E CONVENTO DI SANT'ANGELO.

E' la chiesa patronale di Licata ed è intitolata a Sant'Angelo Carmelitano che nel luogo dove questa chiesa sorse nel maggio del 1220 subì il martirio per mano del regio castellano della città, tal Berengario La Pulcella. L'attuale impianto chiesastico, che prospetta monumentale sull'omonima piazza, con struttura basilicale a tre navate con transetto e cappellone sul lato sinistro dell'abside, risale ai lavori di totale rifacimento della precedente chiesa, che ebbero inizio a partire dal 1639. La sua realizzazione richiese più di 150 anni. Si ha la certezza di un progetto del 1658 firmato da Angelo Italia, architetto gesuita licatese, che diede un tangibile contribuito ai suoi restauri dopo il sisma dell'11 gennaio del 1693 e alla costruzione della sua cupola nel 1696. Le dodici colonne delle navate provengono dalle cave di Billieme. Vi si ammira oggi il pozzo miracoloso, dove sarebbero state scoperte le reliquie di Sant'Angelo, realizzato con una artistica balaustra ottagonale nel 1673 dal maestro marmoraro trapanese Giovanni Romano, committente il barone Francesco Vincenzo Buglio Minafria e Serrovira. Sul puteale si trova la delicata statuina (cm. 52) in marmo bianco venato di Sant'Angelo sul letto di morte. A sinistra della navata l'antica cappella di Sant'Angelo, che ospita le reliquie e l'urna d'argento del Santo Patrono, rifatta nel 1731 e protetta da un alto ed artistico cancello in ferro battuto progettato dal can. Angelo Italia, architetto della Curia agrigentina, e realizzato dai maestri Giuseppe Lo Blundo di Licata e Giovanni Lauricella di Agrigento.

La chiesa custodisce ancora numerose e pregiate opere d'arte. Nelle navate si ammirano il dipinto della Madonna della Lettera (cm. 210x128), di ignoto siciliano del Seicento, due tele di ignoto artista del 600 con Sant'Angelo in estasi e con il Martirio di Sant'Angelo, poste nel transetto a destra e a sinistra dell'abside, il dipinto dell'Ecce Homo ( cm.140 per lato) degli inizi del XVI secolo, dove l'anonimo artista si richiama alle esperienze pittoriche di Antonello da Messina, le statue lignee del Settecento del profeta Elia, di San Francesco di Paola e della Madonna di Trapani. Nella cappella di Sant'Angelo si custodiscono i preziosi dipinti su tela con i SS. Filippo e Giacomo (cm. 350x220), di anonimo artista siciliano del 700, e la Deposizione (cm. 350x225) di Gioacchino Martorana che dipinse nel 1778. Assai prezioso è il tesoro di Sant'Angelo, costituito da numerosi pezzi del 700. Tra i più pregiati il paliotto d'altare (cm 280x100), in pesante lamina d'argento sbalzato su velluto rosso con al centro un medaglione pure d'argento con il santo benedicente e un ostensorio d'argento (alt. cm. 55) con incastonati, attorno al vuoto centrale, quattro lapislazzuli, sette rubini e quattro smeraldi. Ai piedi delle navate stanno i cenotafi e i sarcofagi marmorei di Angelo Frangipane e Celestre (1795), del marchese Gerolamo Frangipane (1758), del marchese Domenico Cannada (1762), della baronessa Isabella De Caro e Miano.

Al 1748 risale il nuovo prospetto della chiesa, rimasto incompiuto, ma parzialmente completato nella parte centrale con due ordini di colonne. Non furono mai realizzati i due previsti campanili laterali. Non si conosce il progettista, ma si sa che il lavoro eseguito nel 1752 venne valutato dal canonico Angelo Italia, architetto ed "ingegnerio" della Diocesi di Agrigento, e dall'arch. Giovanni Biagio Amico. La costruzione dell'annesso convento, di cui oggi si può ammirare il restaurato chiostro, venne deliberata nel 1625. Al suo interno si ammirano numerosi dipinti non molto pregiati, alcuni provenienti dal convento del Carmine maggiore. Soppresso l'Ordine dei Carmelitani dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il convento, adibito anche a caserma, nel 1867 ospitò Edmondo De Amicis, l'autore del libro "Cuore", allora comandante la 9a compagnia del 57à reggimento di fanteria di stanza a Licata.

Fonte  http://www.lavedettaonline.it/readarticle.php?article_id=12

 

               

 CHIESA CON LA CUPOLA E PARTE DEL CONVENTO DI SANT'ANGELO 

 

 

                    URNA DI SANT'ANGELO

 

     

         URNA CONTENENTE IL RESTI DEL CORPO DI SANT'ANGELO

 

       

    

UNA DELLE QUATTRO CANDELORE ('NTORCI)

 

UNA DELLE 4 CANDELORE ('NTORCIE)

 

UNA DELLE 4 CANDELORE ('NTORCIE)

 

UNA DELLE 4 CANDELORE ('NTORCIE)

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