LIONS CLUB LICATA

ANNO SOCIALE 2004- 2005
Presidente IRag. FILIPPO ALAIMO


CONFERENZA ZONALE "RISCHIO DESERTIFICAZIONE"

Ing. Ignazio Sciortino Direttore Gen. delle Foreste della Regione Sicilia: 
"Il dipartimento foreste nella desertificazione"

La causa principale della desertificazione è la carenza e la gestione dell'acqua, ma non bisogna disconoscere altre cause quali la cattiva gestione del territorio; nella prevenzione di quest'ultima causa si inserisce il mio discorso. Ritorniamo all'acqua: una pioggia leggera e costante permette al terreno di assorbire, una pioggia forte e limitata nel tempo crea danni e innesca per l'erosione dei suoli e il dilavamento degli strati superficiali del terreno la desertificazione, quindi la condizione geomorfologica del terreno, le forti piogge e la condizione di sviluppo insostenibile di parte del territorio, portano ad una perdita di suolo fertile che innescano la desertificazione ed incidono sullo sviluppo socioeconomico del territorio. In Sicilia abbiamo il 65% di zone collinose, 25% di montagne e solo il 10% di pianura dove viene esercitata tutta l'attività agricola; abbiamo una coltivazione intensa e insostenibile perchè col tempo continuiamo a perdere suolo fertile, con la salinizzazione delle acque dovute allo scorrimento in suoli della serie zolfogessifera, che vengono accumulate anche in bacini, queste acque cedono sali ai terreni che diventano sempre più improduttivi e innescano i processi di desertificazione. Gli incendi boschivi sono una delle cause di desertificazione, in Sicilia abbiamo il territorio meno boschivo di tutta l'Italia, su due milioni e 500 ettari di terreno abbiamo 262.000 ettari di terreno boschivo, nel triennio 97-99 abbiamo avuti 10.000 ettari di terreno boschivi bruciati per anno, nel 2001 siano scesi a 8000 ettari, nel 2002 grazie anche alle abbondanti piogge abbiamo avuto circa 1900 ettari bruciati, nel 2003: 5000 ettari, nel 2004: 4500 ettari boschivi bruciati dal fuoco, da questi dati si evince un'inversione di tendenza, purtroppo anche questo fenomeno degli incendi boschivi incide sulla desertificazione. Altro problema: la regimazione delle acque costringe le acque a scorrere dentro canali spesso con argini fatti con il cemento, questa soluzione, che permette all'uomo di recuperare terre che prima erano naturalmente utilizzate per lo scorrimento delle acque piovane, può portare a dissesti, perchè nel momento di esondazione dai canali si hanno dilavazioni di terreni fertili, frane, allagamenti di terreni coltivati. Il ruolo del mio dipartimento rispetto al rischio desertificazione è importante. Il dipartimewnto foreste, creato con legge 28 del 1972 ha avuto assegnate le competenze che il corpo forestale aveva in tutto lo stato, noi nella nostra autonomia siciliana ci occupiamo di tutela e vigilanza dei boschi, di incendi boschivi, di sistemazione di bacini montani, del vincolo idrogeologico. Entriamo nello specifico del mio tema: il vincolo idrogeologico; un terreno con sovrappascolo finisce col non essere più fertile e cominciare un processo di desertificazione, per cui nella prima metà dell'800 veniva regolamentato il pascolo, il disboscamento, i movimenti terra; così come un decreto del 1923 stabilì di vincolare tutti quei terreni che potevano creare problemi alla regimazione delle acque. Noi tuteliamo tutta una serie di attività di modifiche, movimentazione di terra ecc.per poter tutelare i boschi dagli incendi, questa è un 'attività che ci impegna con 9 uffici provinciali, dove lavorano circa 80 distaccamenti di guardie forestali, che si occupano della tutela delle zone montane e del vincolo idrogeologico; altra attività è l'attività antincendio con una specifica organizzazione con assunzione nel periodo 15 giugno-15 ottobre di 7000 operai stagionali con dislocazioni in 155 postazioni pronti ad intervenire sugli incendi; ci sono 250 torrette dislocate sul territorio siciliano dove si alternano 1200 lavoratori con posto fisso e gli operai stagionali, 1000 autobottisti con 250 autobotti da 2000 a 10000 litri che si occupano di aggressioni degli incendi laddove questi si sviluppano, 6 elicotteri per lo spegnimento degli incendi e 2 elicotteri da ricognizione, una sala radio, il famoso 115 che si occupa nelle 24 ore di smistare gli allarmi che arrivano sia dall'interno, torrette d'avvistamento ma anche da telefonate della popolazione, in questo modo teniamo sotto controllo tutti i boschi.
Abbiamo nei pressi dei boschi vasche d'acqua in modo da poter attingere per le autobotti ed anche per rifornire gli elicotteri, per fare la spola con gli incendi; queste vasche sono in cemento armato e laddove non è possibile impiegarle per i vincoli ambientali usiamo delle vasche in pvc che sistemiamo in estate e che vengono rimosse nella stagione invernale.
Abbiamo un sistema di telecontrollo sulle Madonie con telecamere ad infrarosso che sono capaci di determinare istantaneamente incendi e di monitorare gli stessi incendi anche dopo la loro devastante attività nei boschi, questi strumenti tecnologici ci consentono anche di controllare le persone che transitano nella zona per prevenire gli incendi dolosi. Non esistono incendi naturali ma sono o dolosi o per disattenzione dell'uomo, sigarette, pic nic ecc. Un'altro importantissimo compito è la sistemazione idraulica del territorio; le acque sono importanti ma devono essere regimate, perchè non provvedere a questo, per la forza distruttiva delle acque, può dare inizio a fenomeni di desertificazione di alcune zone montane.
Il controllo dei corsi d'acqua e la regimentazioni degli stessi sono stati poco controllati perchè non si capiva chi dovesse farlo, da pochi anni la Regione ha assegnato al nostro dipartimento anche questo compito. 
Con la legge 183/89 si è legiferato sull'Autorità del bacino idrografico che gestisce l'acqua potabile, irrigua, industriale, i bacini. La Regione nel 90 ha recepita questa legge anche se non conforme per cui c'è stata molta confusione sui ruoli e su chi dovesse decidere nel campo del bacino idrografico; dopo il disastro di Sarno c'è stata la necessità di una nuova legge che è la 180 del 98 fatta per salvaguardare la popolazione dalle catastrofi ambientali, stilando le zone a rischio . L'Unione Europea non dà sovvenzioni se non vengono programmate le varie attività nel campo idrogeologico. Oggi come dipartimento foreste abbiamo la competenza di intervenire sui bacini idrografici, abbiamo fatto le ricerche sui bacini montani e lentamente stiamo mappando le zone montane per definire i bacini montani impiegando le somme dai fondi strutturali che ci consentono di realizzare opere per il recupero dei bacini idrogeologoci. Stiamo finanziando i comuni montani per opere connesse alla prevenzione degli incendi ed un servizio informatico ed informativo forestale che consente agli enti e ai privati di poter accedere ad informazioni legate alle attività del nostro dipartimento, mettendo in rilievo la mappatura delle torrette, delle strade boschive, dei punti di prelevamento antincendio, delle riserve e dei parchi, per avere uno strumento di pianificazione per uscire da una situazione di stallo e di confusione.
Posso affermare con certezza che il nostro dipartimento è in prima linea per approntare quelle misure per contrastare l'avanzata della desertificazione, non ultima quella del rimboschimento di alcune zone montane, per l'azione che hanno gli alberi contro l'erosione del terreno e per l'apporto nella captazione del CO2 e l'immissione di ossigeno nell'atmosfera.

PRESENTAZIONE PROF. CASTELLINO -  SENATORE SODANO

RELAZIONE PROF INDELICATO

INTRODUZIONE Dr. DI STEFANO DELEGATO ZONA LIONS

RELAZIONE PROF. LETO

RELAZIONE PROF. SARNO

 

 

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